Ma farmacia resta la natura!

La Mandragola

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Ma farmacia resta la natura!

E’ comune a tutta l’antichità il concetto che i rimedi per i nostri mali dobbiamo cercarli nella natura, la quale, per opera divina, può offrire all’uomo oltre che al cibo per nutrirsi e all’acqua per dissetarsi, anche le erbe per guarire i propri malanni.

Forse l’uomo ha imparato dagli animali a scegliere le erbe per curarsi, e probabilmente anche gli uomini delle caverne conoscevano le proprietà delle piante, come dimostrano molti reperti archeologici.
Agli inizi, però, l’uomo si rivolse alla natura in maniera irrazionale, accompagnando le cure con formule magiche, frasi propiziatorie, riti e scongiuri.

Tutta la medicina antica aveva un forte carattere magico, la malattia era considerata come il prodotto di forze soprannaturali ed invisibili e l’erborista fungeva da intermediario tra queste forze e l’ammalato.
Sotto questo aspetto, quindi, l’erborista era ritenuto soprattutto uno stregone.

Successivamente, l’uomo si avvicinò al mondo dei “semplici”, con maggiore ragionevolezza e scientificità e, fino a tutto il Rinascimento, la medicina ufficiale sarà essenzialmente caratterizzata dall’uso delle erbe.

Con l’avvento dell’era moderna, soprattutto in Europa, le proprietà curative delle piante sono state dimenticate, ignorate o addirittura disprezzate.
Comincia in questo periodo il progressivo distacco dell’uomo occidentale dalla natura. La medicina perde sempre di più il suo carattere di semplicità ed il suo legame con le tradizioni popolari; a poco a poco, le erbe scompaiono dagli scaffali delle farmacie, perché sostituite da complicati prodotti di sintesi.

L’erboristeria viene confinata tra le superstizioni medievali e l’erborista messo fuori legge. Ma improvvisamente, proprio quando ormai egli appariva soltanto una figura patetica, destinata ad essere sommersa dal nuovo progresso scientifico, ecco che l’erborista riemerge dal limbo in cui stava scomparendo.

Infatti, in quella frenetica corsa verso tutto ciò che sapeva di tecnologico e che aveva fatto dimenticare che l’uomo è parte integrante della natura, si è prodotta ad un tratto una battuta d’arresto e si è cominciati a guardare indietro alle tante cose buone che il consumismo aveva distrutto.

Oggi non esiste città o quartiere dove manchi il profumato negozio di erboristeria e l’erborista è ormai il portavoce della profonda esigenza, avvertita da tanti, di ritornare a vivere in un mondo più sano, a contatto ed in armonia con la natura.

Attraverso queste pagine, cercherò di farvi conoscere i ricchi doni che il mondo vegetale ci offre, affinché voi possiate riscoprire, oltre il piacere di una passeggiata in campagna, anche quante erbe preziose si possano trovare in un prato, lungo i bordi fioriti dei sentieri o sulle sponde di un torrente, erbe che spesso calpestiamo, ignorando quali grandi tesori nascondano per la salute del nostro organismo.

                                                                                      Oretta Bonavita